Kilwa

Kilwa, the fort
Kilwa, the fort

Kilwa Masoko (il mercato di Kilwa) è un villaggio tranquillo sulla costa centro-meridionale della Tanzania. La bianca mezzaluna di sabbia bagnata da acque turchesi è il posto ideale dove rilassarsi per qualche giorno a fine safari. Poco a largo, la piccola Kilwa Kisiwani (Kilwa sull’isola) è la perla sconosciuta dell’intera costa orientale dell’Africa. Oggi vi abitano pochi pescatori, tuttavia questo brandello di terra perso nell’oceano indiano ha una storia gloriosa. Qui si trovano i più antichi resti di architettura islamica di tutta l’Africa a sud del Sahara, abbandonati e poco visitati. Kilwa fungeva da “cerniera” tra le miniere d’oro dell’interno e i mercati d’oltre oceano, attirando commercianti arabi, per secoli mediatori tra Africa, Europa, Oriente. Tra il XII e il XIV secolo Kilwa raggiunse il massimo del suo splendore, estendendo il suo dominio da Zanzibar a Sofala, dalla Somalia al Mozambico. Le città della costa erano nel pieno del loro sviluppo quando arrivarono i primi conquistatori europei, che vi inflissero un colpo mortale: i portoghesi, lungi dal creare un rapporto commerciale con le città-stato swahili, mirarono ad annientarle e a controllarle; tuttavia in tal modo persero la possibilità di attingere alle merci provenienti dall’interno – oro e avorio. Tali merci vennero sostituite con quella che avrebbe dominato – d’ora in avanti – le attività della costa: gli schiavi. Nel 1502 Vasco da Gama occupò Kilwa. Siamo alla fine della prima fase della civiltà swahili. La visita di Kilwa è un vero e proprio tuffo nella storia, ma non aspettatevi la grandiosità e lo stato di conservazione tipici di altre latitudini.